Viaggio nel quartiere simbolo della sconfitta della “destra-centro”. Dal Luneur, alle Torri delle Finanze, sino al Velodromo e ai filobus di Tor Pagnotta. E poi la Nuvola, ma anche l’acquario coi pesci di plastica. Il ruolo del fedelissimo Riccardo Mancini travolto dallo scandalo, preludio della disfatta. Il presidente uscente del Municipio Pasquale Calzetta, sceglie affaritaliani.it per la denuncia: “Se nel Palazzo fanno finta di… ci vuole poco a chiudere un’esperienza politica”. Intanto suonano le sirene di Fratelli d’Italia
Insieme al “feudo vip” di Vigna Clara-Parioli-Flaminio è quello dove la sconfitta brucia di più. Caduto l’Eur, crolla un progetto farcito di retorica nostalgica della Roma che si doveva estendere verso il mare. L’ex Esposizione universale di Roma è un po’ il simbolo del kappao di Alemanno e dei suo fedelissimi. E’ qui che si è giocata la rappresentazione politica che la destra-centro ha voluto dare di sé, dei suoi progetti e dei suoi uomini. L’Eur è l’epicentro delle incompiute alemanniane molto più di Tor Bella Monaca. Sulla Cristoforo Colombo giace il progetto di riaprire il Luneur, la “lenta nuvola” di Massimiliano Fuksas, le Torri delle Finanze che sembrano gli scheletri di un partito che non c’è più e poi il progetto singolare del parcheggio sotto il laghetto per ricavare un acquario diviso a metà coi pesci di plastica e del quale non si conosce ancora la data di apertura. All’Eur c’è anche la spianata del Velodromo, abbattuta da Veltroni in versione genio guastatori e che l’Eur spa di Riccardo Mancini voleva valorizzare. Traduzione: un po’ di palazzoni per tirar su denaro e finanziare la Nuvola mangiasoldi. E visto che “Mancini chiama Mancini”, basta spostarsi di poco verso est per atterra sulla via Laurentina dove da due anni si lavora al corridoio della Mobilità e alla meraviglia del filobus che ha messo nei guati Mancini e fatto arrivare in Procura tanta di quella carta da disboscare la Finlandia. Qui insomma la destra-centro aveva messo i manager di punta per una trasformazione che non c’è stata. Ecco perché brucia. E lo farà ancora di più sarà Ignazio Marino ad inaugurare il Centro Congressi di una città che i congressi non li ha più.
Nella caporetto sindacale c’è finito anche il Municipio. Via Pasquale Calzetta che non ha trovato posto in Campidoglio, ad affrontare il centrosinistra ci è andato il buon Paolino Pollak. Un ritorno al passato che si è tramutato in una sconfitta annunciata, sostenuta da quella Patrizia Prestipino che ha scelto di abbandonare le primarie del Pd in cambio di un massimo sforzo nel quartiere icona e forse qualcosa in più. Almeno lei ci spera. E così la base, quel Calzetta che nell’ex XII Municipio ha conquistato uno ad quasi 3500 voti, di fronte alla disfatta non ci sta. E sceglie Affaritaliani.it per affilare la lama in vista di una resa dei conti che si prepara a ore. Calzetta, cade l’Eur, cade un mito. Di chi è la colpa? “Un po’ di tutti. Questo centrodestra non è stato in grado di aggregare sul territorio. Secondo me le persone hanno scelto di cambiare a prescindere da Marino”. Lei è un ex Forza Italia. Chi ha perso a Roma gli ex di Berlusconi o i nipotini di Fini? “Fate voi. Sette-otto anni fa An aveva i circoli e noi il coordinamento. Oggi che c’è?”. Gianni Alemanno ha ammesso la sconfitta e ha dato la carica. Obiettivo? Leader per le europee o nuovo centrodestra? “Forse tutte e due le possibilità. Spero che ci sia una prospettiva”. Qualche sassolino nella scarpa? “Più d’uno. Anzi. Ma devo contenermi, sono un moderato. Le dico solo che ieri mi ha chiamato Santori, il nuovo presidente e ha chiesto di incontrarmi. Prima di me non l’aveva fatto nessuno, né Pollak né Prestipino. Tutti avevano fatto le valige senza lasciare nulla. Lo vedrò e gli illustrerò i progetti in corso, poi lui deciderà la sua azione politica. Vede, un conto è il Campidoglio, tutt’altro film è il Municipio. Qui si lavora per le persone e con le persone e se nel Palazzo fanno finta di.. ci vuole poco a chiudere un’esperienza politica. Anche se positiva e i miei voti lo dicono”.
Sta dicendo che a livello territoriale quello scontro politico così duro non c’è? “Non che non c’è, qui si risolvono problemi, come quello del Luneur e dei dipendenti ai quali abbiamo trovato un posto di lavoro con la collaborazione della Cgil. Certo, se poi Eur Spa il Luneur se lo dimentica, che c’entra il Muncipio? Senta, scandalo filobus e Mancini, quanto hanno pesato? “Quello che è accaduto non poteva non avere effetti. Però secondo me sul voto del Municipio ha pesato più il ponte sul Gra che non è stato fatto e la gente vive quasi in un inferno. Ecco, io scrivevo al Comune per sollecitare la realizzazione. Una, due, tre lettere, richieste di riunioni e altro. Loro hanno tirato fuori una delibera del 2007, (giunta Veltroni) che concedeva al concessionario Caltagirone l’opportunità di concludere prima il quartiere e poi le opere di urbanizzazione. Nessuno mi ha dato ascolto, nessuno ha osato sfidare altri per rendere giustizia ai cittadini. Ecco, basta poco per perdere le elezioni”. Signor Pasquale Calzetta, perso il treno per il Consiglio Comunale, che fa? “Torno a lavorare al Ministero e continuo a far politica” E’ vero che l’hanno chiamata da Fratelli d’Italia? “Si, cioè no, ma non lo scriva. E’ stata una presa di contatto. D’altronde quella destra ha vinto”. E quindi fa campagna acquisti? “Forse”. Lei che fa? “Resto dove sono, c’è da chiarire e capire”