Sono anni che assistiamo, quasi inermi, ad una sorta di congelamento burocratico complessivo della macchina amministrativa. Ogni decisione presa da parte di chi ha l’onere di governare con qualsiasi maggioranza politica, può essere oggetto di impugnazione facendo allungare i tempi a dismisura. Questo strano virus attanaglia da tempo anche il mondo dello sport e la gestione degli impianti sportivi della città.
La vicenda dell’affidamento dell’impianto del Rugby alle Tre Fontane all’Eur ha dell’inverosimile. Due società si stanno contendendo a suon di carte bollate, la gestione dell’impianto e quindi la discendenza della società forse più blasonata della capitale: la Rugby Roma.Questo ha determinato la polverizzazione dell’attività sportiva, si sono formate due società contrapposte: la Rugby Roma Club e la Nuova Rugby Roma. In questa battaglia si incrociano interessi politici, vicende familiari e anche questioni giudiziarie che nulla hanno a che vedere con questo sport che incarna i valori più nobili della competizione. La questione è ora rimandata al prossimo 6 novembre, quando la II sezione del Tar del Lazio dovrà pronunciarsi nel merito con la possibilità di dover rifare di nuovo il bando di gara.
Ma questo non è l’unico cattivo esempio. L’impianto sportivo di Via Fiume Giallo sempre in zona Eur è un’altra vicenda decennale in cui tra ricorsi e incompetenze generali, quello che doveva essere un impianto sportivo multifunzionale è ormai ridotto ad un manufatto diroccato. Qui la ASD Algarve che l’ha spuntata, dopo innumerevoli ricorsi, pur avendo da tempo le autorizzazioni necessarie per iniziare i lavori, non li ha mai iniziati e ci si chiede se avranno i fondi necessari.
Insomma lo sport è alla sbarra, tra responsabilità politiche, scarse risorse finanziarie e pastoie burocratico-giudiziarie, ora è necessario invertire rapidamente la rotta, altrimenti il costo in termini sociali per i cittadini sarà enorme e mai nessuno pagherà per questo.