
Al posto dell’asilo d’infanzia c’è un cartello messo lì nel lontano 2004 e una recinzione che sembra un muro realizzato a regola d’arte per coprire inefficienza e vergogna del Comune di Roma. Lo scavo è ormai diventato una foresta amazzonica. E di bambini neanche l’ombra.
Benvenuti all’asilo fantasma di via di Castel di Leva, quadrante sud di Roma, XII Municipio, quello che ha l’Eur opulento ma anche una sterminata periferia costruita abusivamente da geometri cialtroni nel pieno dell’Agro romano: dal confine di Santa Palomba con Pomezia sino a Spinaceto. Gli stessi maestri dell’arte di arrangiarsi che col Piano Casa recentemente approvato dalla Regione Lazio, si fregano le mani per trasformare capannoni e capanni degli attrezzi in nuovo cemento. Legale.
Dunque l’asilo. A Roma ne mancano tant’è che la protesta non si ferma con le educatrici sul piede di guerra e l’assessore alla Famiglia, De Palo, che difende le ragioni della nuova organizzazione; nel XII Municipio ne fioriscono di privati, mentre quello che avrebbe dovuto costruire il pubblico è fermo per un “piccolo errore progettuale”: nel terreno sul quale sarebbe dovuta erigersi la struttura ci passa appena un fosso che oltretutto è sotto salvaguardia, un po’ perché è nell’Agro Romano, molto perché raccoglie le acque piovane e in inverno si ingrossa sino a diventare un fiume. Ebbene, sopra il fosso, gli specialisti del Comune, Dipartimento XII Lavori Pubblici, hanno deciso che doveva sorgere un asilo d’infanzia. A scorrere le carte la vicenda fa venire i brividi. Il progetto di una scuola materna da 3 sezioni nasce diventa definitivo, e quindi approvato, il 15 dicembre del 2004. La firma è dei tecnici comunali, gli architetti Gianluigi Sirolli, Massimo Colasanto e Fabrizio Nobile, mentre il direttore dei lavori per conto del Comune è l’architetto Claudio Dandrea. L’apppalto è esecutivo e finanziato tant’è che il lavoro è assegnato all’associazione di imprese Giovanni Recchia e Edilin Srl per un importo di 1,729 milioni di euro ai quali si aggiungono gli oneri per la sicurezza, pari a 116 mila euro più spicci. Siamo quasi a quota 2 milioni di euro per un cantiere che doveva durare 480 giorni. Tra carte bollate, consegna dell’area e inizio dell’attività, la materna doveva essere consegnata chiavi in mano il 19 gennaio del 2010. Ad oggi, settembre 2011, non c’è neanche un operaio e il cantiere è come nel 2004.
Ora le colpe. Non ha dubbi il presidente del XII Municipio, Pasquale Calzetta: “Che dire? È un progetto nato male per un palese errore – dice – nel momento in cui l’impresa ha preso possesso dell’area si è accorta che non era possibile costruire su un fosso, tantomeno interrarlo. Così l’iter è ricominciato da capo. Ora la pratica è ferma al Genio Civile per l’approvazione e speriamo di avere il nulla osta a breve”.
Calzetta dà anche i numeri del XII Municipio, quello in cui l’urbanizzazione è stata così veloce che ha il maggior numero di nuovi residenti di tutta la città: “Gloi asili che abbiamo hanno aperto tutti e senza proteste, stiamo ancora lavorando per ridurre le liste d’attesa. Oggi ci sono 500 bambini in coda; gli altri anni erano 800. Ne apriremo altri 2 prossimamente – prosegue – al Torrino e a Mostacciano, ma quello di Castel di Leva è veramente strategico”.
Per gli appassionati delle cronache, nel 2004, periodo del progetto, l’assessore al Comune era Roberto Morassut, centrosinistra.