EMERGENZA FURTI. Nella zona sud in pochi mesi spariti da strade e marciapiedi circa 250 tra tombini e griglie di ferro dello scolo dell’acqua piovana. L’allarme del presidente del XII Municipio Pasquale Calzetta: “Ogni giorno troviamo delle voragini che dobbiamo transennare, ma si portano via pure i paletti di ferro delle transenne e il nastro colorato”. Unendo con i punti le strade “depredate” si hanno una serie di cerchi concentrici intorno al campo nomadi di Tor de’ Cenci, quello visitato la scorsa settimana dal cardinale vicario Agostino Vallini. Immaginate la scena: al mattino uscite di casa, aprite il portone, fate pochi passi sul marciapiede e poi sprofondate in un buco. Siete vittime dei ladri di tombini, perché nella Capitale, succede anche questo: si rubano tombini, griglie di ferro, coperchi in ferro o ghisa delle società dei pubblici servizi. Tutto quanto può essere rivenduto ai diversi ferrivecchi che orbitano intorno ai campi nomadi, regolari, tollerati e spontanei.
L’allarme è del XII Municipio, tanto per capirci quell’immenso territorio che va dal dall’elegante Eur, sino a Spinaceto e dall’altra parte a Santa Palomba, confine sud del Comune di Roma, territorio di industrie, di gente che lavora e di prostitute che hanno trasformato la via Ardeatina un quartiere di Amsterdam a luci rosse.
É qui che i predoni del ferro e della ghisa superano i ladri di rame. Anzi, a ciascuno la sua specializzazione. Il risultato è che il presidente del Municipio, Pasquale Calzetta, ha chiesto aiuto al Campidoglio. “Fino a quando erano uno o due tombini potevamo provvedere da soli – spiega ad Affaritaliani.it – ma ora il vaso è colmo: in tre mesi ne hanno portati via qualcosa come 250”.
E così per ben tre volte ha preso carta e penna e ha scritto al sindaco, al segretario generale, ai carabinieri, al commissariato elencando le vie del Municipio dove i predoni hanno colpito, portando via griglie di scolo dell’acqua e tombini. La segnalazione è una specie di mappa toponomastica dove, unendo i punti, si possono costruire una serie di cerchi concentrici intorno al campo nomadi di Tor de’ Cenci, l’epicentro di un’ipotetica organizzazione che non risparmia le strade, persino quelle dell’Eur distinguibili dei tombini della fondazione, marcati col fascio littorio.
Non contenti di aver realizzato una sorta di città gruviera, i predoni hanno superato sé stessi con due azioni: dopo aver rubato il tombino, un un successivo raid si sono portati via pure le transenne (in ferro) e il relativo segnalatore che erano state posate a protezione di auto, moto e passanti. Il colpo da maestro l’hanno fatto quando hanno “prelevato durante la notte” una serie di tombini della strada in cui è localizzato l’Ufficio Tecnico del Municipio, quello insomma che ripara i danni. Uno sfregio bello e buono e una dimostrazione di impunità.
Ma chi sono i ladri di tombini? “Non credo italiani – spiega il presidente Calzetta – dalle cronache si evince che il mercato illegale del rame e del ferro è gestito da comunità importate che hanno un senso diverso della cosa comune. Non abbiamo prove su chi possa essere, anche perché il nostro problema reale è la sicurezza dei cittadini. Stiamo recuperando risorse per iniziare già da questa settimana i lavori di ripristino ma qualcuno deve fermarli altrimenti rischiamo la tela di Penelope. Noi rimettiamo i tombini e loro se li riportano via”.
E allora ecco l’elenco del telefono dove si rischia di cadere nel vuoto a piedi, in motorino e in auto: la più gettonata è via Casale di Valleranello, dove in una notte sono spariti 16 coperchi ion ghisa e ferro, seguita da via Greta Garbo con 14. Nella lista via Marilyn Monroe, via Jhon Lennon, via Fantini, largo La Penna, via Martinelli, via Alvaro del Portillo, via Brasini. E si potrebbe andare avanti a lungo. La stima provvisoria vede volatilizzati oltre 250 coperchi per un valore al mercato nero di 3, massimo 4 euro a pezzo e il rischio di una denuncia per furto e riciclaggio. Da segnalare che ogni griglia o tombino pesa tra i 50 e i 70 chilogrammi. Segno questo che la gang oltre ad avere muscoli ha anche mezzi di trasporto efficaci.
E tutte le tracce portano al campo nomadi di Tor de’ Cenci, il più difeso e ormai divenuto oggetto di un contenzioso politico: il centrodestra sogna di chiuderlo, il centrosinistra organizza persino una festa di artisti all’interno. La posizione della Curia romana è chiara: la scorsa settimana a far visita ai rom è andato il cardinal vicario Agostino Vallini con tanto di benedizione del ministro Andrea Riccardi e della Comunità di Sant’Egidio.
Gira che ti rigira un pezzo sostanzioso della prossima campagna elettorale si giocherà sui rom. E se qualcuno dovesse precipitare in un buco della strada, forse anche sui tombini.