
Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, ribattezzato dai cittadini della Capitale “Sotto-Marino”, rischia di essere commissariato. Il governo ha ritirato questa mattina il decreto cosiddetto “Salva Roma”. Il ministro per le Riforme e per i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, lo ha comunicato durante la conferenza dei capigruppo di Montecitorio, anticipando che il governo “varerà un nuovo provvedimento, dopo una valutazione dei contenuti”.
Dunque, l’ostruzionismo del Movimento 5 Stelle fa saltare la conversione del decreto sugli enti locali in cui è contenuto il “Salva Roma”. Per la seconda volta le norme che assicuravano, tra l’altro, 475 milioni di euro alla Capitale, cadono quando arriva il momento di passare dal decreto alla conversione in legge.
E in Campidoglio torna lo spettro del default e del commissariamento. Il livello di preoccupazione è molto alto, tanto che lo stesso Ignazio Marino ha capito che la situazione sta precipitando e ieri ha fatto scrivere un comunicato molto duro: “Trovo veramente inspiegabile e ingiustificabile, davanti ai propri elettori e a tutti gli italiani, l’ostruzionismo del Movimento 5 Stelle nei confronti del decreto sugli enti locali. Peraltro, sono ancora più sconcertato poiché il Movimento 5 Stelle qui in Campidoglio dai banchi dell’opposizione rappresenta per questa amministrazione un continuo stimolo”. (Il Mattinale)
Un po’ di numeri: l’anno scorso Roma registrava un disavanzo di 816 milioni di euro: il decreto ha consentito un travaso di risorse dalla gestione commissariale per circa 300 milioni. Stessa musica nel 2014: lo squilibrio è vicino al miliardo e altri 175 milioni, con il “Salva-Roma” che prevedeva un percorso di affiancamento da parte del Ministero dell’Economia, con il Campidoglio chiamato a presentare un piano di rientro triennale.
A questo punto torna tutto in ballo, tutto in forse. E il sindaco Marino trema, trema di paura, trema di vergogna.