In questi ultimi 15 anni il tema del recupero delle periferie è stato nei pensieri delle varie amministrazioni che si sono succedute. Ultimamente il pensiero si è concretizzato in atti tangibili che hanno fatto sperare tanti residenti dell’hinterland romano. Durante la scorsa consigliatura sono stati approvati ben 26 “Toponimi” previsti nella “Variante delle Certezze” del 1997. Gli abitanti di queste aree periferiche della città di Roma cresciute abusivamente senza un progetto organico, hanno visto approvata la loro proposta di pianificazione e tutto questo rispettando il complesso ginepraio delle normative urbanistiche della città.
Tutta l’operazione comprende circa 1800 ettari di territorio romano, migliaia le famiglie coinvolte che hanno scelto di non essere abusive e attendono da anni di poter edificare, senza lucro ma solo per soddisfare le proprie esigenze familiari.
Insomma i cittadini, attraverso i consorzi e i loro tecnici, si sono progettati i quartieri, rispettando le norme e inserendo piazze, parcheggi, scuole e spazi pubblici in una operazione di urbanistica partecipata senza precedenti per la Capitale d’Italia. La cosa ancora più sconvolgente di tutta questa operazione e che la politica ha lavorato senza fare inutili ostruzionismi anche perchè tutto era già stato condiviso prima dai cittadini, quindi le delibere sono state votate all’unanimità da tutti i partiti politici.
La strada quindi è già tracciata e ora resta da completare il lavoro, altri 16 “Toponimi” o pezzi di territorio già progettati, sono pronti per essere approvati da Roma Capitale.
Allora in questo momento in cui la Giunta e l’Assemblea Capitolina sembrano ingessati e disoccupati, evidenziando così l’inefficienza di questa classe politica, ecco un argomento facile da approvare tutti insieme che restituirebbe un po’ di credibilità a questa Istituzione.